
Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS): cos’è e come gestirla (Parte II)
Nell’ articolo precedente sull’ ovaio policistico abbiamo visto quali sono i fattori principali che caratterizzano questo disturbo e l’importanza dell’insulina nello sviluppo/mantenimento della patologia.
Qui invece vediamo come gestirlo dal punto di vista nutrizionale per poter tenere sotto controllo non solo l’insulinemia, ma anche i parametri ormonali e tutta la sintomatologia correlata.
Possiamo dire che l’alimentazione per l’ovaio policistico ci consente di:
- favorire un corretto dimagrimento (ove necessario);
- migliorare parametri metabolici e ormonali (insulinemia e resistenza insulinica, colesterolo totale e LDL, parametri tiroidei, estrogeni, progesterone e cortisolo);
- miglioramento acne, irsutismo e alopecia.
Si avrà così una maggior probabilità di avere cicli ovulatori (fertilità), un ridotto rischio di aborto e un miglioramento del tono dell’umore.
Quali sono le caratteristiche che deve avere una dieta per PCOS?
- basso indice glicemico del pasto
- basso carico glicemico del pasto
- basso carico insulinemico del pasto
- presenza di sostanze anti-infiammatorie
- riduzione delle sostanze anti-infiammatorie
- corretto timing dei pasti.
L’indice glicemico ed il suo carico glicemico sono influenzati da:
- (per frutta e verdura) grado di maturazione. Più sono mature e più zuccheri semplici troveremo;
- tipologia degli zuccheri presenti nell’alimento (complessi o semplici);
- presenza di fibre (più sono presenti e più si abbassa il carico glicemico);
- composizione del pasto (presenza concomitante di proteine, carboidrati e grassi abbassa il carico glicemico).
Timing e composizione dei pasti
Il Timing dei pasti è la strategia che ci consente di porre attenzione al tempo di assunzione dei pasti.
Questo è particolarmente importante nei soggetti con ovaio policistico in cui dovrebbe essere rispettato il seguente schema:
Pasto | Orario |
---|---|
Colazione | 06:00-09:00 |
Pranzo | 12:00-15:00 |
Cena | 18:00-21:00 |
Per favorire la normalizzazione dei parametri ormonali, sembrerebbe inoltre necessario “sbilanciare” la composizione dei pasti a favore di una colazione molto abbondante per terminare con una cena frugale.
Non dimentichiamo che il miglioramento della sensibilità insulinica potrà esserci se la quota di carboidrati andrà diminuendo nell’arco della giornata e se questi saranno accompagnati da proteine e grassi di buona qualità.
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